Che c’entra lo psicologo con le navi?
Laurearsi in psicologia non significa essere per questo, sic et simpliciter, un professionista: come per molte altre discipline si possono possedere i concetti e le teorie ma ciò non significa necessariamente saperli mettere in pratica nella relazione diretta con un utente e con la sua domanda. Il ricercatore, ad esempio, o il professore universitario, posseggono certamente le nozioni e le conoscenze, sono strettamente in contatto con la comunità scientifica, anche più del professionista di solito, ma ciò non significa che si siano dedicati alla pratica professionale. Per intenderci, è come la differenza tra un cultore o docente delle scienze nautiche ed il capitano che in quel momento, con quel mare, quella nave e quei passeggeri deve saperti traghettare sano e salvo a destinazione.
Ecco la Psicologia si studia, la pratica professionale… si pratica. E come per altre professioni oltre alla formazione accademica e post-univarsitaria conta molto l’esperienza e il carattere del professionista. Ciò che si è come persona influenza molto come si intende la pratica professionale, con quali valori, quali impliciti, quale forma di rispetto e serietà verso l’utente. Il “Professionista” nella sua migliore e preferibile accezione deve essere una persona competente che esprime serietà e fiducia: deve essere per forza così, poiché ci si affida a lui. Affidarsi è un atto forte e creativo, non scapestrato e scellerato. Chi ti sta di fronte è tanto importante quanto il problema che ti spinge a rivolgerti a lui.
L’Ordine degli Psicologi
Esiste un Ordine al quale ogni psicologo che esercita la professione deve essere iscritto e ci sono delle norme che regolamentano sia il comportamento del professionista nei confronti dell’utente, sia dell’utente nei confronti del professionista. Può essere utile visitare il sito dell’Ordine Nazionale degli Psicologi ed anche quello Regionale al quale il professionista è iscritto. Esistono delle tariffe, delle garanzie, dei riferimenti, un’etica professionale che ritengo sia il caso conoscere, se si ipotizza di rivolgersi ad un professionista.
Qualche informazione preliminare sullo Psicologo
Inoltre, come per altre professioni, non bisogna per forza conoscere tutto il curriculum professionale dello Psicologo cui ci si rivolge, ed i titoli “Prof., Dott., Member of, ecc.” dicono certamente qualcosa ma non tutto quello che serve. Sarebbe il caso quindi di conoscere almeno i principali campi di intervento ed una sintesi delle esperienze accumulate negli anni, da quanto tempo esercita la professione, qualche riferimento sui posti in cui ha lavorato. Questo vale sia che lo psicologo sia sconosciuto all’utente, sia che il suo nome sia stato suggerito da una persona di fiducia. Come dicevo prima, ci si affida al professionista e con lui bisogna poter lavorare al problema, non è del tutto indifferente quindi chi lui sia e cosa faccia.
Il rapporto tra professionista e cliente
Ritengo infine che così come accade in altre professioni, pensiamo per esempio agli avvocati o ai medici, rivolgersi al dato professionista e fare i primi incontri non significa per forza poi lavorarci per trattare il problema: a meno che l’emergenza e l’urgenza non obblighino a “bruciare” un po’ le tappe, è meglio darsi sempre il tempo di conoscersi reciprocamente e fare esperienza. Questa è la fase che si chiama di “valutazione”, o analisi della domanda, dove il professionista accoglie ed analizza la domanda dell’utente, cercando di capire cosa fare e più o meno in che ragionevoli tempi, e l’utente è giusto conosca e “soppesi” il professionista. Un buon incontro di valutazione può anche portare in alcuni casi alla definizione chiara e utile del problema, ma poi rinviare ad altro professionista per il trattamento. L’utente ha il diritto di poter scegliere in modo consapevole e responsabile.
Il professionista non è solo tenuto a lavorare bene ed in modo trasparente ma deve anche tutelare e sostenere sia i diritti che i doveri dell’utente che a lui si rivolge. Il cliente ha diritto alla soddisfazione delle sue esigenze, nei limiti e nelle forme previste però dall’Ordine e dal singolo professionista, cui deve affidarsi e fare riferimento finché il rapporto di lavoro sussiste. Tutto ciò viene definito e spiegato nel momento in cui comincia il lavoro e si incarna nelle regole, nell’impegno e nei doveri reciproci di utente e professionista. Il rispetto dei reciproci ruoli è fondamentale per il buon esito di qualsiasi intervento.