La consulenza in linea, esiste?
Le nuove tecnologie aprono nuove possibilità. È avvenuto in passato con la carta stampata, con la radio e la televisione, accade oggi con “la Rete”. Gli psicologi hanno presenziato la prima, firmando articoli e rubriche; hanno abitato le seconde, sforzandosi di adattarsi a tempi stretti e inquadrature; colonizzano oggi la terza, con siti, applicazioni e presenze nei social network. Ma come rispondere alle attese dei visitatori?
Una cosa, ad esempio, è parlare della bulimia, della fobia sociale o dell’emergenza per diffondere le conoscenze disponibili o per sensibilizzare la popolazione, ed altra cosa è effettuare una consulenza psicologica ad una persona che soffre dell’una o dell’altra. Tra informazione e consulenza esiste una buona e sana linea di demarcazione. Nel primo caso l’obiettivo è esporre in maniera condivisibile l’argomento, affinché se ne abbia un’idea sufficientemente chiara. Nel secondo caso invece è del tutto inutile dissertare sull’argomento se non si trovano soluzioni o non si danno indicazioni utili per aiutare il richiedente, e si è inoltre vincolati alla verifica dei risultati. Nel primo caso bastano poche informazioni come punto di partenza per esporre la tematica, quindi una telefonata in diretta, una lettera alla redazione o un form su di un sito possono andare bene. Nel secondo caso non si può proporre niente se non dopo aver conosciuto bene la situazione specifica e la persona che la vive, senza cioè un lavoro attivo da ambo le parti (consulente e richiedente); si esige quindi un minimo di interazione, di continuità nel lavoro e tutta una serie di informazioni non verbali e relazionali che si possono cogliere solo nel rapporto interattivo col richiedente. Qui TV, radio e carta stampata risultano inadeguati allo scopo per via dei loro tempi, dei loro modi, dei loro obiettivi; Internet invece… dipende.
Si possono effettuare secondo me “consulenze in linea” e cioè rispondere alla domanda di una persona specifica, lontana e da conoscere, con un suo personale bisogno, prendendosi però il tempo che serve, interagendo online quel tanto che basta e con gli strumenti che la rete offre. L’importante è che sia richiedente che consulente abbiano ben chiara la distinzione tra informazione e consulenza, che hanno obiettivi, caratteristiche e livelli di approfondimento differenti. Se è una consulenza infatti la risposta non può scaturire dalla semplice domanda iniziale ma da alcuni scambi di approfondimento e da una costruzione condivisa della definizione del problema, delle alternative di scelta possibili e della verifica dei risultati ottenuti.
Considerato infine che la consulenza online viene offerta di solito gratuitamente, può essere un’utile risorsa per chi avverte un bisogno psicologico da esplorare ma ancora non si sente sicuro o pronto per rivolgersi personalmente ad uno psicologo.